Lettera circolare a tutti i soci di Rico Calcagnini, presidente

Cari membri

Come molti di voi sapranno, il 15 settembre in diversi paesi dell’Europa centrale sono stati accesi fuochi premonitori in segno di solidarietà con la popolazione colpita dai danni dovuti alla diffusione sfrenata del lupo e degli altri grandi predatori. Alla sera divamparono contemporaneamente più di 140 fuochi, 16 dei quali in Svizzera e due, organizzati dalla nostra Associazione, nei Grigioni.

Abbiamo ricevuto dalla Francia scottanti novità su un tema che da tempo seguiamo con interesse: la questione degli incroci cane-lupo, i cosiddetti ibridi. Per la prima volta l’ONCFS francese (Office National de la Chasse et de la Faune Sauvage, che come il nostro Ufficio federale dell’ambiente UFAM non ha mai preso sul serio l’esistenza di lupi ibridi) comunica che un’analisi fatta da un nuovo laboratorio ha trovato l’1.5% di ibridi di prima generazione e il 6% di generazioni anteriori.

Risultati ancora più scottanti provengono da un’analisi fatta, in Francia, dall’istituto indipendente tedesco Deutsche Institut für Forensische Genetik und Rechtmedizin ForGen. Secondo questa inchiesta nel 40% dei campioni che è stato possibile analizzare non si è trovato un solo lupo di razza pura! Questo risultato dimostra che anche per gli istituti di Losanna e di Berna, incaricati dalla Confederazione delle analisi del DNA nel caso di attacchi di grandi predatori, è giunta l’ora di rendere pubblici i procedimenti e le analisi e di confrontarli, per esempio, con quelli dell’Istituto tedesco ForGen. E anche la Consigliera federale Leuthard, che in occasione di una relativa domanda in Consiglio nazionale ha affermato che in Svizzera e nei paesi limitrofi non esistono ibridi, dovrebbe rivedere la sua opinione, poiché si sa benissimo che tutti i lupi svizzeri sono «immigrati» dai paesi confinanti.

La nostra società mantello Territorio svizzero senza grandi predatori è molto attiva anche in questo campo. Già nel settembre 2016, per esempio, ha redatto una presa di posizione per la consultazione sulla revisione parziale della legge sulla caccia con diverse rivendicazioni, una delle quali chiede la verifica del materiale relativo ai referti delle analisi genetiche dei laboratori implicati, per poter finalmente chiarire il problema menzionato sopra dei lupi ibridi. Questi lupi non di razza pura si devono togliere dalla natura. Con la dovuta insistenza l’Associazione svizzera esige la realizzazione della mozione Fournier, che esige l’uscita dalla Convenzione di Berna, affinché il lupo possa essere messo sulla lista delle specie cacciabili.

A tal proposito un’osservazione interessante del nostro membro Valentin Audétat in una lettera ai giornali: dopo aver appreso che l’Ufficio per la caccia e la pesca ha concesso l’abbattimento di aironi, con la giustificazione che causerebbero grandi danni alla pescicoltura cantonale di Cama, egli si chiede come mai non si trattano i lupi allo stesso modo degli aironi.

In ogni caso constatiamo che il nostro intento di proteggere la pastorizia e la popolazione colpita dal reinsediamento dei grandi predatori è sostenuto in modo crescente da attori internazionali. Questo va a rafforzare la nostra posizione e il tempo lavora a nostro favore. Andiamo avanti! Auguriamo a tutti un anno prospero e di successo.

Cordiali saluti

Per il Comitato dell’Associazione territorio senza grandi predatori/Gr: Rico Calcagnini

Stiamo lavorando su tre livelli per giungere ad una soluzione che possa garantire la convivenza con lupi e orsi nell’arco nelle Alpi

Lo ha annunciato il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, ricordando i colloqui dello scorso ottobre a Bruxelles.

In quell’occasione era emerso che la Convenzione di Berna, che garantisce la tutela massima alle specie animali a rischio di estinzione, consente agli Stati membri di avere margini di manovra per gestire al meglio gli eventuali problemi di convivenza con l’uomo.

“L’Italia – ha detto Kompatscher – sino ad ora non ha utilizzato questa opportunità per motivi sostanzialmente politici” ma il territorio altoatesino, “estremamente antropizzato”, ne avrebbe bisogno.

Per “arrivare ad elaborare un piano di management dei grandi predatori presenti sul nostro territorio”, ha spiegato Kompatscher nei giorni scorsi, a Bruxelles si chiede una revisione dei livelli di tutela, e a Roma “di consentire l’elaborazione dei piani di management dei grandi predatori o in alternativa di delegare le competenze in materia alla Provincia”.

Kompatscher ha spiegato di “avere incontrato interlocutori disposti ad ascoltare le nostre ragioni” e si è dichiarato “ottimista” per quanto riguarda il raggiungimento degli obiettivi.

fonte: http://guidominciotti.blog.ilsole24ore.com

Grosseto, 17 dicembre 2017 - Problema predazioni in Maremma: gli allevatori del Comitato Pastori d'Italia si incontreranno lunedì all'auditorium di via Cavour a Firenze con una delegazione di allevatori provenienti da varie province della Toscana e da altre Regioni.

La presidente del Comitato Pastori d''Italia, Mirella Pastorelli, sentiti gli allevatori, ha ritenuto opportuno organizzare questa assemblea invitando associazioni, politici e assessore all'Agricoltura della Regione Toscana, perché in quella sede sarà consegnato un documento con richieste concrete al fine di cominciare a risolvere il problema alla radice.

 

 Mirella Pastorelli del Comitato Pastori d'Italia

"Il Comitato - si legge in una nota - è di nuovo basito nel leggere che associazioni che nascono come funghi continuano a dare palliativi agli allevatori, come sta succedendo adesso con i 100 cani da guardiania, animali addirittura con supporto gratuito medico veterinario e alimenti, pensando di risolvere cosi il problema. L'appello da parte degli allevatori è di non cadere in certi tranelli, soldi pubblici che si continuano ad investire in modo sbagliato lasciando il problema irrisolto.

Anzi le nostre campagna diventeranno grandi gabbie per le pecore e non più frequentate dai turisti perché terrorizzati da questi enormi cani.

Pertanto - continua la nota formata da Mirella Pastorelli - non solo non si risolverà il problema, ma si andrà a crearne altri. L'appello degli allevatori è di non cadere in certi tranelli sono solo palliativi che non portano risultati, anche il Comitato può accedere ai fondi europei stilando un progetto per poi concedere delle banali soluzioni agli allevatori, ma questo non è nel suo intento in quanto sa benissimo che così facendo il problema predazione non sarà più risolto, pertanto con grande tenacia porta avanti le richieste più volte annunciate. Ultimo appello - dice la Pastorelli: le battaglie si vincono tutti uniti. E' perfettamente inutile andare soli nelle sedi regionali e ministeriali perché è questo quello che vuole la politica la disgregazione perché solo così può dare da una botta di qua e una di là lasciando il problema irrisolto".

Berna, 28.09.2017- Secondo gli Stati per lottare contro il predatore bastano le proposte formulate dal Consiglio federale in agosto

La Convenzione di Berna, trattato internazionale che si prefigge di salvaguardare la vita selvatica, lupo compreso, non va denunciata. Per lottare contro questo predatore bastano infatti le proposte formulate in merito dal Consiglio federale in agosto.

È l'opinione del Consiglio degli Stati che ha bocciato, con 23 voti contro 10 e 7 astenuti, una iniziativa cantonale del Vallese.

Nella revisione parziale della legge sulla caccia presentata dall'esecutivo si prevede che la Confederazione rinegozi la Convenzione di Berna, affinché il lupo venga declassato da "specie assolutamente protetta" a "specie protetta".  

La modifica legislativa finirà presto sui banchi del Parlamento. A quel momento la commissione potrà valutare il progetto e, se necessario, correggerlo. L'iniziativa vallesana è quindi diventata superflua, ha sostenuto il relatore commissionale Werner Luginbühl (PBD/BE).

La possibilità di sopprimere gli esemplari che causano problemi esiste già, ha poi ricordato Didier Berberat (PS/NE). Prima di prendere decisioni "radicali", lasciamo il tempo necessario al governo per rinegoziare la Convenzione, ha aggiunto il neocastellano.

Da parte sua, Robert Cramer (Verdi/GE) ha ricordato che la Convenzione di Berna concerne centinaia di animali. "È da irresponsabili denunciarla solo perché una specie causa problemi", ha sostenuto il ginevrino.

Il lupo causa danni considerevoli e non c'è, in Svizzera, alcuna regione abbastanza estesa per accogliere il lupo in modo da soddisfare le sue necessità, ha replicato Beat Rieder (PPD/VS).

Dall'approvazione della Convenzione nel 1980 sono successe molte cose, nessuno all'epoca pensava che il lupo arrivasse in Svizzera e causasse così tanti problemi, ha aggiunto l'altro "senatore" vallesano Jean-René Fournier (pure del PPD). Circa la richiesta di rinegoziazione, ha ricordato che una proposta analoga della Svizzera era già stata respinta nel 2006 dal comitato permanente della Convenzione di Berna.

Come detto, la richiesta di rinegoziare la Convenzione figura nella revisione della legge sulla caccia presentata in agosto dall'esecutivo. Questa si rifà a una precedente mozione del consigliere agli Stati Stefan Engler (PPD/GR) adottata dal parlamento in marzo.

L'atto parlamentare mira a istituire le basi legali per regolare le popolazioni di lupi prima che nascano grossi conflitti. Sarà così introdotta la possibilità di regolare le popolazioni, per permettere una coabitazione meno conflittuale con gli esseri umani.

Attualmente soltanto gli animali isolati possono essere abbattuti. La nuova legge prevede la possibilità di uccidere animali protetti - oltre al lupo, il governo ha incluso lo stambecco e il cigno reale, cui potrebbero aggiungersi a seconda dell'esito dei dibattiti il castoro e la lince - quando generano conflitti, provocano danni ingenti o rappresentano un pericolo concreto per l'uomo, nonostante le misure di prevenzione.

I Cantoni non dovrebbero essere obbligati a dimostrare che vi è stato un danno concreto e saranno pienamente competenti di intervenire, previa consultazione con l'Ufficio federale dell'ambiente.

fonte Ticino News (www.ticinonews.ch)

Venerdì 15 settembre a partire dalle 18.30 si accenderanno in molti paesi dell’Europa centrale fuochi di solidarietà e di protesta per rendere attenti sul problema dell’espansione sfrenata dei lupi e degli altri grandi predatori, che pregiudicano la tradizione secolare della pastorizia e dell’alpeggio. Anche diversi paesi nostri vicini come Germania, Francia, Italia, Austria e Spagna hanno aderito a questo appello.

In diversi cantoni svizzeri avranno luogo almeno 15 falò di solidarietà e nel canton Grigioni l’«Associazione territorio senza grandi predatori/GR» ha contribuito all’organizzazione  di almeno 3 falò e cioè:

Cantone

Luogo

Ora

Organizzazione

Contatto

GR

Alpe Sassiglion

Poschiavo

19.30

Ass. per un Territorio senza Grandi Predatori, Sez. Grigioni

Hans Russi

081 844 01 41

GR

Pany* im Prättigau

19.30

Vereinigung Lebensräume ohne Grossraubtiere Graubünden

Rico Calcagnini

081 328 24 78

GR

 

Zafrauser Fluh, Maladers

19.30

Fam. Roman Nicolay, Maladers

081 253 32 05

 

Invitiamo soci, simpatizzanti e interessati a partecipare a questo evento e dimostrare così la loro solidarietà con coloro che sono colpiti dal problema del lupo, in crescita soprattutto nelle regioni di montagna del nostro paese.

(vedi anche comunicato stampa della nostra Associazione mantello «Territorio svizzero senza grandi predatori»)

*A Pany il falò ha luogo vicino al Güggelstein, nelle zona presso il ristorante della stazione a valle dello skilift.

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