Grandi predatori nei territori alpini

L’esperienza con l’orso problematico M13, ma anche il suo abbattimento in Valposchiavo, hanno portato la popolazione grigionese a reazioni diametralmente opposte. Da una parte le organizzazioni ambientaliste e la protezione degli animali, in una discussione pubblica, sostengono l’idea che noi uomini e donne dovremmo imparare nuovamente a convivere con i grandi predatori.

Questa pretesa viene rafforzata con un’iniziativa federale, che vuole ancorare la protezione dei grandi predatori nella costituzione federale. Dall’altra parte sussistono preoccupazioni e paure nella popolazione che esclude la convivenza con i grandi predatori. Questo stato d’animo si manifesta in parecchi malumori espressi pubblicamente o nella fondazione di questa associazione.

Per queste cerchie di popolazione è incomprensibile come venga gestito il tutto dall’alto verso il basso da persone non direttamente coinvolte. Non abbiamo nessuna avversione verso queste magnifiche creature, quali l'orso, il lupo e la lince, ma siamo fermamente contrari alla loro reintroduzione sul nostro territorio perché temiamo la sicura conflittualità che una simile iniziativa comporta.

La "convivenza" - lo slogan delle associazioni ambientaliste, animaliste e delle Autorità - è un'imposizione antidemocratica che lede la nostra libertà di abitanti della montagna. Questa imposizione avviene per volontà dei grandi centri urbani in pianura, i cui rappresentati a Bruxelles hanno imposto agli abitanti della montagna di convivere con bestie feroci. I disagi e i cambiamenti radicali nella nostra vita quotidiana, che la loro presenza provoca, mettono in serio pericolo quell'equilibrio nato oltre cento anni fa, fra noi Abitanti della Montagna e la Natura che ci circonda.

Particolarmente alle persone che hanno paura già da animali come il cane, il coabitare insieme ad una bestia feroce, causa un disagio psicologico non indifferente, indipendentemente se questa è vicina o lontana, e limita la loro libertà individuale. Inutile pretendere che una maggiore informazione e delle istruzioni come comportarsi se si incontra una bestia feroce da parte delle autorità, possa reprimere un istinto fondamentale per la sopravvivenza dell’uomo, sviluppato durante l’evoluzione della specie umana, che è la innata paura dagli animali pericolosi.

Provate ad immaginare cosa succederebbe se una bestia feroce si aggirasse in una grande città dell'Europa. Non ci sarebbe nessuna discussione e sarebbe eliminata all'istante. Gli abitanti della montagna invece devono convivere con la paura e i disagi perché così è stato stabilito a Bruxelles.

La nostra Associazione vuole tutelare i diritti degli abitanti della Valposchiavo in particolare, ma vuole cooperare con tutti quelle persone e istituzioni che si sentono minacciate dall'introduzioni dei grandi predatori nei nostri territori.

Chi vuole diventare socio della nostra Associazione è pregato di compilare il seguente formulario di adesione:

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